Per caso, come capita ahimè troppo spesso, mi sono imbattuto in una condivisione di questo video.
Qualcosa non mi torna, e allora provo ad ascoltare questa dichiarazione. Senza pubblicarlo, per non rischiare di fare il loro gioco, vi riporto la frase della Presidentessa Boldrini trasmessa nel video:
“Mi ha fatto molto piacere che al G7 dei ministri delle Finanze si sia discusso di una possibile Web Tax. Credo che sia arrivato il momento di arrivare a concludere una legge in questo senso, perché la materia va regolamentata”
Ora, se non avete voglia di fare una faticosa ricerca (basta scrivere “web tax” su Google. Lo so, potrebbe essere difficile), riporto un breve riassunto:
“ la Web Tax è una proposta di legge che punta alla regolamentazione della tassazione per le aziende che operano in Rete, come ad esempio Google e gli altri giganti del web”
Semplice, no? E invece no. Un post del genere, crea adepti a velocità esponenziali:
Venerdì 16 maggio, ore 15:38 – pubblicazione del video.
Stesso giorno, ore 18:49 – 702 condivisioni, 401 commenti
Ore 19:49 – 894 condivisioni, 502 commenti
Ore 21:15 – 1192 condivisioni, 650 commenti
Eppure basta poco per capire che non andrebbe condiviso.
Attenzione, però, perché non è “falso”, in senso stretto. E’ peggio: è fatto in modo tale che venga condiviso il più possibile, alludendo ma senza “sporcarsi le mani”.
Il trucco è molto semplice: prendi una persona delle istituzioni che notoriamente è vessata su internet, estrapoli dal contesto una frase, non dai spiegazioni ma alludi a qualcosa che non è vero (e come detto non è neanche falso, ma in fondo non importa. Basta farlo credere), ma che può generare rabbia, indignazione, e quindi condivisioni e click. E il gioco è fatto.
Ma la cosa più imbarazzante sono i commenti di chi ha voluto esprimere il suo “educato” parere…
Nota: ho lasciato nome e foto, visto che stiamo parlando di commenti pubblici in una pagina pubblica
E questi erano i primi in alto, senza filtro nè controlli, fermandomi per puro caso su quell’ultimo commento che mi lascia una flebile speranza…
A questo punto, ho deciso di darmi da fare: una via di mezzo tra una missione, lo smontamento di una fake news (anzi, come detto, peggio), la condivisione della verità, e – perché no? – un esperimento sociale.
Che ho fatto? Ho cominciato a dare una risposta standard a tutti quelli che, probabilmente senza saperlo, hanno il loro profilo aperto ai commenti. E non avete idea di quanti siano, quelli che pubblicano post visibili a tutti, e che lasciano aperta anche la possibilità di commentare.
Ecco il mio post:
“La Web Tax non è un imposta sulla connessione internet privata, ma su quelle multinazionali (come Amazon, Google…ah,e anche Facebook) che lucrano e fanno i soldi in Italia ma pagano le tasse dove è più conveniente.
Ancora convinto/a che sia un male?
Prima di indignarsi e condividere rabbia, consiglio di fare sempre una verifica”
Saccente? Forse un po’. Professorino? Sì, può darsi… Impiccione? Boh, in fondo, il profilo aperto a tutti lo lasciano loro, mica io…
In ogni caso non è stato semplice come credessi: se si incollano troppo velocemente gli stessi commenti, Facebook non lo permette. Quindi, dopo aver incollato un commento, contavo fino a 10… e passavo al successivo. A volte non bastava nemmeno, perché se qualcuno segnala come “spam” sei costretto a doverti giustificare:
In ogni caso, sono riuscito a rispondere a 100 di loro (il che è una piccola goccia, visto che nel momento in cui sto ho raggiunto le cento risposte (16 maggio, ore 22:27) eravamo già arrivati a 1472 condivisioni…).
Ed ecco qualcuna di queste risposte (in questo caso, però, essendomi preso la briga di rispondere all’interno dei loro profili, mi sembra rispettoso nascondere i loro nomi):
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Ed ecco il resoconto finale, riassunto in una piccola tabella:
Ringraziamento (+ likes) |
11 |
Pacifico dialogo |
5 |
Cancellazione del video |
5 |
Mantenimento delle proprie posizioni |
13 |
Nessuna risposta |
63 |
Insulti al sottoscritto |
3 |
TOTALE: |
100 |
L’ordine non è casuale: si parte dalle reazioni positive (ringraziamento + pacifico dialogo, ma anche cancellare il video denota un cambiamento di idea) alle peggiori (quello che dici non mi interessa), fino agli insulti.
Sorprende molto che la maggioranza non dia nemmeno una risposta, ma purtroppo non è da considerarlo un risultato “neutrale”: il post resta lì, e chi lo vede nel proprio News Feed (la pagina principale, per intenderci) dà poco conto ai commenti…
Statistica extra: gli interventi degli altri commentatori.
Extra: invettive degli amici |
21 |
Extra: risposte educate degli amici |
5 |
Extra: ringraziamento degli amici |
4 |
Extra: invettive degli amici… ma in mia difesa (!!!) |
1 |
Insomma, che fare?
Beh, io penso che continuerò, nel momento in cui vedrò delle notizie palesemente false o generatrici di rabbia immotivata, a rispondere. Provando ad attenermi a queste regole:
- Mai sfottere, o umiliare, o sentirsi superiori: si rischia il risultato contrario, con un irrigidimento altrui nelle proprie posizioni.
- Mai litigare: Idem, al massimo puoi essere tacciato di supponenza, ok, ma qualcuno che ti risponde con delicatezza lo trovi.
- Citare le fonti: Non basta chiederle, c’è bisogno di dimostrare il contrario per far cambiare idea.
- “Sfruttare” chi lo fa di mestiere: David Puente, Attivissimo, Bufale un tanto al chilo, Bufale.net possono offrire un “appoggio” nello smascheramento delle fake news… e nell’opera di convincimento verso chi con troppa leggerezza le fa girare.
- Cominciare partendo da sè stessi: condividere le notizie reali o quelle che smascherano le bufale (a proposito, perchè non iniziare partendo dalla condivisione di questo post? 😉 )
Ah e ovviamente: Avere taaanta pazienza.
Io guardo con orgoglio a quei 21 riscontri positivi…
Nel frattempo, in poco più di due giorni le condivisioni sono diventate 3640.
Bonus: può capitare che vi accusino di essere troll, pagati da “LORO”, che credano abbiate la chiave magica per poter entrare nei loro profili, vi minacceranno, vi sputtaneranno con gli amici… a me è capitato. Ma questi screenshot non li condivido, le “chicche” me le tengo per me 🙂